L’incidente in Canada
Lando Norris arriva in Austria – la pista del suo primo podio in F1, datato 2020 – con sulle spalle il pesante fardello dell’incidente provocato in Canada con il compagno di squadra Oscar Piastri, che l’ha portato al ritiro e ha permesso proprio a Piastri di allungare a +22 nella classifica iridata. Norris ha ammesso immediatamente la propria colpa nel contatto tra le due McLaren, ma nelle due settimane che sono trascorse dalla gara canadese anche il team si è fatto sentire.
“I colloqui ci sono stati e sono stati numerosi – ha ammesso Norris parlando con i giornalisti presenti al Red Bull Ring – ma c’è stata una buona comprensione di tutto, la presa di coscienza dei miei pensieri, la comprensione delle cose da parte mia e la spiegazione alla squadra. Credo di aver chiarito fin da subito di aver sbagliato la valutazione e di essermene assunto la colpa. Ovviamente non sono state le conversazioni più allegre, ma era necessario parlarne“.
Ripresa emotiva
Esattamente come spiegato anche da Oscar Piastri però, Norris ha confermato che quanto successo in pista in Quebec non modificherà le regole d’ingaggio del team di Woking, che si trova con un ampio margine di vantaggio sulla concorrenza nel mondiale Costruttori e con i propri due piloti in lizza per il campionato: “Tutti sappiamo qual è stata, qual è e quale sarà sempre la regola numero uno. Quindi, sì, alcune cose posso essere molto costruttive, anche se in modo sfortunato“.
Norris ha anche ribadito di aver patito particolarmente a livello emotivo il fatto di essersi scontrato con il compagno di squadra, ma di essersi ripreso completamente dall’accaduto: “Ora sto bene, sono carico per questo fine settimana. Mi ci è voluto del tempo, perché per me la mia squadra significa tutto – ha commentato il #4 – queste sono le persone con cui sono cresciuto, le persone che mi hanno un’opportunità in Formula 1, e io voglio vincere con la McLaren. Quindi il fatto che quello che è successo a Montreal sia accaduto con il mio compagno di squadra è stata la parte più dolorosa per me, perché è l’ultima cosa che vorrei che accadesse tra me e il mio compagno di squadra. Mi sono sentito molto male per la squadra e per tutte le persone che lavorano in McLaren”.
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